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A conferma di quanto bella sia stata la giornata del 06/12/2009 con Luca e Leila (leggi escursione) , eccoci qui riuniti nella classica uscita di inizio anno nuovo e visto le condizioni meteo e l'apertura invernale del Rif. Zacchi, propongo al resto del gruppo il medesimo percorso fatto nemmeno un mese prima quasi a voler rivivere le stesse emozioni.
Parcheggiamo poche decine di metri prima del lago inferiore di Fusine ed ecco che incomincia a nevicare.
Il sentiero CAI 512 che sale sul M.te Svabezza in condizioni normali è piacevole e "tranquillo", ma in caso di sentiero non "battuto" e sotto una continua e fitta nevicata risulta un "pochino" faticoso ......
........ma data anche la presenza di Fabrizio (ed i suoi sporadici rientri in Italia), nulla ci può fermare e farci godere anche questo "sapore" della montagna.
Grazie ai segnavia sugli alberi il sentiero risulta facilmente individuabile.
Andrea e Franco
Si procede in fila indiana, affaticati e bagnati, .....
Si raggiunge il tratto di sentiero da dove, si iniziava ad ammirare il Mangart e tutta l'Alpe Vecchia sottostante, ma oggi è difficile vedere anche il sentiero coperto completamente dalla neve, .... (altro che panorama).
Eccoci giunti nel tratto definito "più spettacolare" nel resoconto del 06/12/2009 con Luca, Leila e Laura, ma in questo caso è da definirsi "più pericoloso" dato che i camminamenti in legno sono completamente ricoperti da ghiaccio e neve fresca e anche il cavo, fisso in parete, risulta completamente coperto.
Decidiamo di proseguire, ovviamente con la massima attenzione e prudenza possibile.
Franco (un pochino infreddolito)
Paola e Fabrizio lungo il tratto "più pericoloso" sotto lo sguardo mio e di Andrea
Ancora un'oretta di cammino, reso più agevole per il fatto che si procede in discesa ed eccoci giunti al Rif. Zacchi, zuppi e infreddoliti, .......
....... ma felici per la giornata goliardica trascorsa in Montagna, con gli Amici, ....... immersi nella neve, .... cosa chiedere di più !?!
Dopo aver ben mangiato e bevuto, procediamo nel nostro percorso ad anello, lungo il sentiero CAI 512 in direzione del Lago superiore di Fusine per raggiungere, successivamente, quello inferiore dove abbiamo parcheggiato l'auto.
Non nevica più e il silenzio è rotto solo dai nostri passi.
Il bosco intorno a noi resta bellissimo.